La tavola quattrocentesca, attribuita alla cerchia del Ghirlandaio, va in restauro
Il 24 gennaio scorso ha avuto inizio il restauro dell’opera attribuita a David Bigordi detto David Ghirlandaio (Firenze 1452-1525).
La tavola, raffigurante Madonna adorante il Bambino con San Giovannino, fu acquistata da Antonio Borgogna all’asta Mastai Ferretti di Milano nel 1902. Il dipinto era esposto al piano terra del Museo nella sala dedicata al Rinascimento italiano.
Fasi di lavoro preliminari
Le prime ricerche sono state effettuate attraverso la stesura di una scheda conservativa, recuperando i dati bibliografici, archivistici e le fotografie storiche. Molto utili sono le informazioni relative ai restauri precedentemente documentati sull’opera che integrano quanto emerge dall’osservazione diretta dei restauratori. Il dipinto è già stato oggetto di indagini non invasive: infrarosso bianco e nero, falso colore, radiografia, UV e macrofotografie (per saperne di più http://www.riflettografia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1&Itemid=2).
Restauratori in opera
Le prime osservazioni sono state effettuate in Museo dove i restauratori Thierry Radelet e Francesca Zappalà hanno svincolato l’opera dalla cornice. Oltre al funzionario di Soprintendenza, dott.ssa Sofia Villano e al conservatore del Museo Cinzia Lacchia, erano presenti la prof.ssa Patrizia Zambrano dell’Università del Piemonte Orientale e la restauratrice Tiziana Sandri.
L’uso della strumentazione portatile per effettuare le indagini non invasive, preliminari all’intervento conservativo, ha permesso di riflettere e raccogliere informazioni utili sulla storia conservativa dell’opera e della sua cornice. Una prima osservazione dei dati ottenuti dall’XRF ha mostrato l’uso di pigmenti antichi che confermano l’originalità dell’opera. Il microscopio ha consentito di osservare le ridipinture di dorature presenti in alcuni punti sulla tavola. L’uso della lampada ultravioletta ha invece mostrato le numerose integrazioni effettuate in precedenti restauri. La pellicola pittorica si presenta piuttosto stabile ma risulta in parte abrasa e i vecchi ritocchi sono alterati. La tavola di supporto mostra una evidente fessurazione verticale che è stata velinata prima del trasporto.
Una cornice puzzle
Anche la cornice riserva delle interessanti sorprese. Si tratta di una cornice antica di riuso in legno intagliato e dorato con fondo dipinto a tempera nera. Fu infatti segata in diverse parti e ricostruita a misura della tavola. Forse fu sostituita all’originale forse in occasione dell’asta di vendita a cui Borgogna comprò l’opera. La prof.ssa Zambrano, che seguirà nei prossimi mesi le vicende del restauro contribuendo alla redazione di una scheda critica sul dipinto e sulla sua cornice, ha proposto per quest’ultima le prime indicazioni di provenienza e una datazione tra la fine del Cinquecento e l’inizio Seicento.
Fondazione CRT finanzia il restauro
Il restauro verrà finanziato grazie al bando Cantieri Diffusi della Fondazione CRT. Il bando sostiene il restauro ed il recupero di beni di comprovato pregio e valore artistico, del Piemonte e della Valle d’Aosta (http://www.fondazionecrt.it/attivit%C3%A0/arte-e-cultura/2016-restauri.html).
Molte le novità che ci aspettiamo di scoprire. L’opera verrà restaurata presso il Laboratorio di restauro e analisi Thierry Radelet di Torino.