Francesco Betti
I due stipi esposti nella ex sala XV della casa museo rappresentano i vertici della pregiata produzione dell’ebanista fiorentino Francesco Betti, specializzato nella tecnica del commesso in pietre dure.
I due stipi esposti nella ex sala XV della casa museo rappresentano i vertici della pregiata produzione dell’ebanista fiorentino Francesco Betti, specializzato nella tecnica del commesso in pietre dure.
Adriano Brambilla (Cassano d’Adda 29/3/1829 – Milano 17/3/1885), Tavolo raffigurante sul piano Banchetto di Erode, Stipo raffigurante nel pannello centrale Trionfo di Galatea, Quattro sedie, Due Savonarola, Cassapanca raffigurante sullo schienale Figura femminile allegorica (la Pace ?), legno scolpito, intagliato e intarsiato con avorio, madreperla, osso, pacfond, 1881 ca.
Manifattura fiorentina, secondo quarto del XIX secolo, Tavolo ottagonale con motivi floreali e stemma mediceo
legno intagliato e dorato con piano in mosaico di marmi e commesso in pietre dure, inv 1906, XV, 30
Valentino Panciera Besarel (Zoldo, Belluno 1829-Venezia 1902), Apoteosi di Vittorio Emanuele II, 1880, scultura in legno di cirmolo patinata a fingere il bronzo e il porfido, firmata, inv. 1906, IV, 28
Massimo D’Azeglio (Torino, 1798- 1866), Bradamante atterra il mago Atlante, 1838 ca., olio su tela, firmata
inv. 1906, XI, 71
Il grande micromosaico ha come soggetto, in riduzione, un famoso affresco di Guido Reni raffigurante L’Aurora dipinto nel 1614 sul soffitto di Palazzo Rospigliosi a Roma
MANIFATTURA REALE DI MEISSEN, su modello di Johann Joachim Kaendler, (Fischbach presso Arnsdorf 1706-Meissen 1775), Il Parnaso con Apollo, il cavallo Pegaso e le nove Muse, 1860 ca., marca di Meissen spade incrociate in blu, porcellana decorata in policromia con oro su tavolo sagomato in legno di noce,inv. 1906, XIII, 19-20
Luigi Miradori detto il Genovesino (Genova, 1600/10- Cremona, 1654/1657), San Gerolamo, 1650-1656, olio su tela
WILLIAM JAMES (documentato a Londra dal 1746 al 1771), Il Canal grande e la chiesa della Salute a Venezia
Il molo di Venezia, tela, acquistati da Antonio Borgogna all’asta della collezione Borg du Balzan di Firenze nel 1894
inv. 1906, V, 361-362, 75 x 127 cm
GIOVAN BATTISTA NALDINI, (Fiesole 1537 ca.-Firenze 1591), Apollo citaredo e le nove Muse, Diana sorpresa da Atteone, olio su rame, inv. 1906, sala XV, 170-171