Pittore lombardo
Enea alla corte di Didone
1510-1515 circa
tavola
inv. 1906, XIX, 86
89 x 135 cm
Il dipinto proviene dalla collezione Conte della Torre di Rezzonico Giovio di Como alla cui asta milanese viene acquistato da Borgogna nel 1898. La paternità dell’opera è ancora da chiarire come testimoniano le innumerevoli attribuzioni assegnate dagli studiosi nel corso degli anni, riassunte puntualmente con ampia bibliografia da Giovanni Agosti nel 2010 in occasione della mostra di Rancate. Dopo le attribuzioni settecentesce e di primo Ottocento, che fra gli altri proponevano i nomi di Bramantino e Baldassarre Peruzzi, è riconosciuta al dipinto, già all’epoca dell’acquisto di Borgogna, una spiccata impronta lombardo-milanese. Più recentemente l’opera è stata assegnata a Bernardino De Donati documentato a Como nel primo trentennio del XVI secolo.
La tavola presenta una rara iconografia profana che trasferisce nell’ambientazione rinascimentale di un loggiato aperto sul porto, la scena tratta dal primo libro dell’Eneide di Virgilio (canto I, vv. 757-766). A Cartagine, presso la corte di Didone, si svolge il raffinato banchetto offerto dalla regina ad Enea con i compagni e il figlio Ascanio, nelle cui vesti si nasconde Cupido. Sulla candida tovaglia trovano posto preziosi bicchieri veneziani esagonali, vasellame d’argento e cibi ricercati come ciliegie, pesche selvatiche e cozze.