VALENTINO PANCIERA BESAREL
(Zoldo, Belluno 1829-Venezia 1902)
Apoteosi di Vittorio Emanuele II
1880
scultura in legno di cirmolo patinata a fingere il bronzo e il porfido, firmata
inv. 1906, IV, 28
300 ca. x 150 ca. x 55 ca.
L’imponente complesso scultoreo di particolare impatto scenografico non è esposto ed è attualmente in restauro per figurare alla prossima mostra alla Venaria Reale a Torino. L’opera fu commissionata da Antonio Borgogna allo scultore veneto Valentino Panciera Besarel, originario di Zoldo e formatosi a Venezia e Firenze, al quale il collezionista si rivolse in diverse occasioni.
Besarel si inseriva nella schiera di intagliatori che aderirono con slancio alla prima Esposizione artistico industriale del 1861 all’indomani dell’unità nazionale, facendosi promotori di una vasta riforma dell’artigianato italiano.
Il gruppo fu esposto all’Esposizione Nazionale di Torino del 1880. L’opera riprende le tematiche sviluppate nel Monumento ad Andrea Brustolon della parrocchiale di Dont di Zoldo, uno dei lavori più noti dell’intagliatore, posto in opera nel 1885 ma realizzato nel 1878, presentato a Venezia nel 1879 e a Torino nel 1884. La scultura evidenzia le stupefacenti capacità tecniche dell’artista nel rendere, attraverso l’uso del legno patinato, materiali diversi quali il porfido e il bronzo, tecnica che l’artista elaborò negli anni ’80 dell’Ottocento. Lo scudo celebrativo dedicato a Vittorio Emanuele II rappresentata la Fama alata che regge la tromba, la spada e un ramo di alloro. La Fama incorona il busto del re e indossa una fascia su cui è riportata l’iscrizione “LA NAZIONE/DA TE/REDENTA/CORONA/NEL 1871” che prosegue in basso “DA NOVARA A ROMA”. Alla base del busto appare l’aquila coronata, lo scudo sabaudo e un putto sostenente una torcia ardente. Besarel ebbe infatti con casa Savoia strette relazioni come testimoniano le commissioni dirette della regina Margherita. Al Museo Borgogna dello stesso autore sono conservati, tra le altre opere, due reggivasi lignei raffiguranti Tritone e Nereide attualmente esposti nella sala XIII della casa-museo.