Eleazaro Oldoni: una nuova scoperta per il Rinascimento a Vercelli.
a cura di Vittorio Natale con Cinzia Lacchia
5 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020
Eleazaro… chi ?
Eleazaro, un nome curioso che si lega a una dinastia di artisti milanesi giunti a Vercelli nel Quattrocento, ben documentata ma con poche opere ancora presenti sul territorio.
Fino ad oggi il nome di Eleazaro, documentato dal 1478 al 1514, era riferito a una sola opera certa: una piccola Natività firmata, in collezione privata, che per la prima volta è esposta al pubblico in questa mostra.
Spetta a Vittorio Natale la costruzione di un ridotto ma prezioso corpus di opere a lui attribuibili grazie al recente ritrovamento di un’altra anconetta double-face in collezione privata che reca tracce di una firma.
Il percorso espositivo, ospitato non a caso al Museo Borgogna, permette di inserire la selezionatissima serie di opere all’interno di un contesto unico per la pittura vercellese.
Per la prima volta è proposto il confronto con il codice membranaceo degli Statuti di Vercelli. Trova così conferma l’attribuzione ad Eleazaro delle preziose miniature che ne decorano alcuni fogli. Il pittore-miniatore assume un ruolo di protagonista a Vercelli tra la fine del Quattro e l’inizio del Cinquecento.
I documenti, che lo dicono originario di Milano, attivo a Vercelli tra il 1478 e il 1514, fratello di altri pittori e pro-zio del ben più noto Boniforte “il Giovane”, testimoniano commissioni di primissimo piano, anche se perdute: l’altare maggiore della basilica di Sant’Andrea nel 1480 e nel 1496 il completamento dell’ancona della cappella di San Michele in Santa Maria Maggiore, lasciata interrotta da Ludovico De Donati.
Ne emerge l’immagine di un artista che dovette formarsi a Milano nella seconda metà del Quattrocento, a contatto con le opere di Bernardino Butinone, eccezionalmente presente in mostra grazie al prestito del raffinatissimo trittico della Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano, e di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino.
A Vercelli guardò con grande interesse all’attività di Giovanni Martino Spanzotti, documentato in città a partire dal 1481 e richiamato in mostra da un inedito tabernacolo dipinto, individuato in una collezione privata.
Le numerose testimonianze evidenziano un rapporto di particolare confidenza, se non di collaborazione, con Ludovico De Donati, il fratello pittore dei ben noti scultori in legno di origine milanese Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio, presenti in mostra con il prezioso altarolo in rilievo con l’Adorazione dei Magi di collezione privata.
La pittura di Eleazaro è caratterizzata dai panneggi scheggiati di derivazione ferrarese e dalle preziosità luministiche di ispirazione fiamminga, espresse attraverso una grafia minuta, precisa e raffinata. Una corrente della quale andranno valutati a fondo il radicamento a Vercelli e anche l’impatto sulla formazione di pittori come Defendente Ferrari e, forse, Gerolamo Giovenone.
Il percorso espositivo si conclude con opere di grande formato, come le due pale d’altare firmate dal pro-nipote Boniforte Oldoni “il Giovane” che appartengono alla collezione permanente del Museo e che si confrontano con i nuovi linguaggi della maniera moderna a metà Cinquecento.