Il mese di maggio 2022 è stato dedicato dal Museo Borgogna al rapporto tra Arte e Natura, declinato in diverse occasioni di incontro e collaborazione con esperti di sostenibilità e di ambiente. Motore di questo tema è stato il percorso “Riflessi di Biodiversità” (1 maggio-12 giugno 2022), ideato dal conservatore Cinzia Lacchia, che ha messo in dialogo gli acquerelli di Lorenzo Dotti con le opere della collezione permanente. La presenza delle tavole acquarellate ha dato uno stimolo in più all’incontro “L’Arte degli adattamenti: in quale ambiente vivremo?”, organizzato il pomeriggio del 22 maggio e condotto da Sara Ghirardi, guida naturalistica del Centro Ricerche Atlantide, e da Roberta Musso della sezione educativa.
I paesaggi di campagna e risaia che caratterizzano le collezioni del Novecento del Museo Borgogna sono stati il punto di partenza di questo “viaggio” nella storia ambientale e nell’arte degli adattamenti. Dipinti come Risaia di Umberto Ravello, Luci del mattino di Enzo Gazzone e Strada di campagna di Carlo Follini rivelano un’importanza che va oltre i contenuti storico-artistici e il legame con il territorio.
Agli occhi di chi studia e si occupa di ambiente, come Sara Ghirardi, sono documenti di riflessione sui cambiamenti già in atto nei nostri territori e confermano come l’Arte in tante forme diverse può essere uno strumento di sensibilizzazione e consapevolezza per il nostro futuro.
Rivolgiamo tre domande a Sara per riassumere i temi dell’incontro.
Misurare la qualità dell’ambiente
D: Nei dipinti da cui siamo partiti per il percorso “L’Arte degli adattamenti”. L’acqua è centrale: come questo elemento ci dà informazioni sul nostro territorio?
R: L’acqua è un elemento che caratterizza il territorio del vercellese da diversi secoli. La presenza delle risaie ha plasmato il paesaggio e determinato anche trasformazioni ambientali importanti. Molti uccelli abitano stabilmente le nostre aree o vi fanno sosta durante le migrazioni, proprio per la presenza così importante dell’acqua nelle risaie. Il fiume Sesia e i boschi ripariali che lo contornano creano un ecosistema ricco, complesso e fragile da conoscere e tutelare. L’analisi delle acque attraverso gli indicatori biologici permette di determinare lo stato di salute dell’ambiente e di intervenire per migliorare la situazione. I dipinti conservati al Museo Borgogna ci restituiscono immagini di campagne con un alto indice di biodiversità in un’epoca preindustriale.
I cambiamenti climatici e l’arte degli adattamenti
D: Quali indicazioni ricaviamo dall’analisi dei paesaggi di inizio Novecento nel confronto con gli attuali?
R: Osservare i paesaggi dipinti nelle opere del Museo Borgogna ci permette di salire su “una macchina del tempo” e vedere com’era il nostro territorio nei secoli scorsi. Spicca la presenza di alberi ai margini delle risaie e lungo i piccoli corsi d’acqua e una grande fonte di servizi ecosistemici (ombra, legname, lettiere per gli animali, ecc.). Si evidenzia l’utilizzo di animali per i lavori nei campi e l’abbondante presenza di acqua. Si tratta di un paesaggio che si è e si sta trasformando: per una serie di motivi complessi, oggi le risaie non sono più allagate in modo continuativo. Questa nuova modalità di gestione agricola è un esempio di adattamento dell’uomo ai cambiamenti climatici in corso che sta determinando anche una profonda trasformazione degli ecosistemi. La mutazione del paesaggio intorno a noi ha impatti che non conosciamo ancora sull’economia (dall’agricoltura al turismo) e anche ripercussioni sul piano culturale ed identitario.
Il tema dell’adattamento
D: C’è qualcosa che ognuno di noi può fare concretamente?
R: Il cambiamento climatico, global warming, non è più una questione opinabile. La comunità scientifica concorda nel ritenere che il fenomeno sia in atto. A livello mondiale, nazionale e locale sono in fase di implementazione misure di contrasto ai cambiamenti climatici, per rallentare e, se possibile, arrestare la crescita della temperatura media. Spesso interessi economici e consuetudini consolidate limitano alcune misure di contrasto. Il fenomeno è complesso e si può avere l’impressione di non poter influire, ma non è così! Ogni persona è chiamata a dare il suo contributo in termini di cambiamento con comportamenti anche piccoli e quotidiani. Ad esempio:
– la mobilità sostenibile, utilizzando biciclette per piccoli spostamenti in città
– l’alimentazione, limitando gli sprechi e contenendo il consumo di carne che impatta molto sull’ambiente a causa degli allevamenti intensivi. Preferire un regime vegetariano e con prodotti locali e stagionali aiuta a contenere le emissioni responsabili del surriscaldamento dell’atmosfera
– la gestione dei rifiuti: ridurre, riusare e riciclare (le 3 R)
– l’abbassamento della temperatura negli edifici e una migliore efficienza degli stessi in fase di realizzazione
Infine, oltre al contrasto ai cambiamenti climatici, si comincia a parlare anche di adattamenti. Dovremo nei prossimi anni imparare a convivere con gli effetti che l’aumento della temperatura media dell’atmosfera determina. Oltre alle estati calde, con il fenomeno delle notti tropicali, si assiste anche all’aumento degli eventi meteorologici estremi a cui, come cittadini, dovremo adattarci con sistemi di allerta sempre più efficaci. È importante che noi tutti ci sentiamo parte dell’ambiente, che impariamo a conoscerlo e gestirlo “dal di dentro”: in gioco non c’è la sopravvivenza del pianeta come a volte si legge sui media, ma quella della specie umana e di molti altri esseri viventi. Dal mio osservatorio di educatrice ambientale ritengo fondamentale accettare la sfida di cambiare insieme la natura e l’ambiente che possiamo capire e tutelare con la nostra intelligenza e cultura.