Qualche giorno fa, noi dieci volontari dei progetti di Servizio Civile “Dai Voce alla Cultura” e “Dai Voce alla Cultura 2.0”, abbiamo preso parte ad una prima giornata di formazione congiunta di progetto.
Il percorso prevede diversi incontri formativi: l’obiettivo è fornirci un’idea quanto più completa del nostro patrimonio. Il punto di partenza per dare voce alla cultura vercellese è, infatti, la conoscenza, assimilazione e comprensione di ciò che la costituisce. Ovvero un patrimonio culturale di natura variegata: bibliotecario, archeologico, suntuario, pittorico, scultoreo.
Il percorso ha toccato tutte le sedi culturali coinvolte nel progetto, eccetto la Biblioteca Civica di Santhià, che abbiamo programmato di visitare al più presto. Partiti dalla Biblioteca Civica cittadina ci siamo trasferiti al MAC, al Museo Leone, passando per il Museo del Tesoro del Duomo e dalla Biblioteca Diocesana-Agnesiana terminando infine con il Museo Borgogna.
La Biblioteca Civica: ospiti nel mezzo di un trasloco
Le prime due tappe dell’itinerario sono state le due sedi della Biblioteca Civica di Vercelli. La sezione ragazzi e quella a scaffale aperto sono appena state trasferite nella nuova sede in via Galileo Ferraris. Si tratta dell’ex Farmacia dell’Ospedale, da poco riqualificata insieme al Vecchio Ospedale, la piazza antistante e il padiglione cosiddetto Ex-18. La sezione generale dovrà, invece, attendere qualche tempo prima di trovare posto nella manica delle donne dell’antico Ospedale.
Oltre all’introduzione sulla storia della costituzione della Biblioteca, due momenti sono stati di particolare interesse: Patrizia Carpo, l’archivista e catalogatrice, ci ha mostrato, con nostro grande stupore, alcuni manoscritti del Quattrocento e del Cinquecento. Pochi di noi avevano idea che la nostra biblioteca possedesse volumi così antichi e di tale pregio. Siamo poi stati guidati nella “torre” libraria dove sono ospitati i volumi della sezione generale.
Il trasferimento alla sede di via Galileo Ferraris ci ha permesso di fare un confronto fra i vecchi e nuovi spazi. Quelli dell’Ex Farmacia sono più ampi, ariosi e quindi più accoglienti, predisposti ad ospitare le iniziative che la Biblioteca organizza per gli utenti.
MAC e Museo Leone: dare voce alla Cultura al quadrato
Seconda e terza tappa del percorso sono stati il Mac ed il Museo Leone, due realtà strettamente connesse.
Il MAC, Museo Archeologico Civico, di recente costituzione, mostra una collezione di reperti archeologici provenienti da scavi effettuati in diverse zone della città a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Per questa ragione può essere considerato il museo da cui partire, in un ideale itinerario cronologico alla scoperta della storia di Vercelli: il museo delle origini della città.
Il Museo Leone ospita collezioni di diversa natura, fra le quali una archeologica, e per questa ed altre ragioni, è fortemente legato al MAC. Si tratta, come ha definito uno dei due volontari del servizio civile al Leone, di “un museo nel museo”. Infatti, se l’allestimento del MAC è recentissimo, al Leone la collocazione di ogni oggetto fu pensata da Vittorio Viale, che alla fine degli anni Trenta del Novecento fu incaricato di realizzare un allestimento ad hoc. In particolare le vetrine nelle prime sale contengono reperti della stessa tipologia, affiancati, secondo la modalità espositiva di quegli anni. “Museo nel museo” significa questo. Non solo esposizione di manufatti, reperti di interesse storico-archeologico, ma anche paradigma esemplare di modalità espositive storicizzate.
Al MAC l’allestimento è molto differente. Reperti di diversa natura, contenuti in teche, concorrono a dare un’idea organica di un tema o di un soggetto specifico, ad esempio una sepoltura femminile o l’Anfiteatro.
La forza nella differenza
Un aspetto, in particolare, è emerso da questa prima giornata di formazione dei due progetti. Si tratta dell’enorme eterogeneità dell’offerta culturale che la città ha la fortuna di poter offrire. La ricchezza del nostro patrimonio consiste non solo nella varietà delle sue manifestazioni, ma anche nelle diverse modalità con cui viene valorizzato.
Ogni museo e luogo di cultura è peculiare, per la tipologia di bene culturale che propone, e per gli strumenti che utilizza per proporlo all’utente. È possibile trovare analogie, ma le differenze sono più consistenti e significative. Differenze che costituiscono una ricchezza unica.
È da questa eterogeneità che noi dei progetti “Dai Voce alla Cultura” e “Dai Voce alla Cultura 2.0” dobbiamo partire per identificare una possibile linea guida. Una linea per condurre cittadini e non lungo un percorso storico che, partendo dalle sue origini, riesca a mostrare tutte le sfaccettature della cultura vercellese, proprio grazie alle diverse realtà culturali della città. Una linea che possa mostrare anche il legame che queste istituzioni culturali hanno con il territorio che le circonda.
Per il racconto della seconda parte della giornata lascio la parola alla mia collega Valeria.
Anna De Bernardis