Omicidio: tra letteratura e arte
#confrontinaspettati si tinge di rosso e ad aprile si parla di omicidio. Alla base del nuovo confronto ci sono Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie e Salomè che riceve la testa del Battista attribuito a Bernardino Luini.
Da omicidio ad omicidio
Assassinio sull’Orient Express è uno di quei romanzi da leggere tutto d’un fiato. Agatha Christie è magistrale nel riuscire a fornire decine e decine di dettagli senza mai annoiare il lettore.
Sull’Orient Express, treno che collegava Parigi a Istanbul, si consuma un efferato omicidio. Un uomo viene accoltellato nel suo vagone, i passeggeri sono sconvolti e il colpevole in libertà. Chi è l’assassino? Sarà il famoso detective Hercule Poirot a scoprirlo.
Nel 1933 il romanzo uscì a puntate sul settimanale statunitense The Saturday Evening Post. Raccolto in un unico volume dall’editore inglese Collins Crime Club l’anno successivo, esordì in Italia nel 1935 edito da Mondadori. Uno dei libri gialli più famosi del mondo vanta oggi due trasposizioni cinematografiche: una del 1974 e una del 2017.
Se l’omicidio narrato dalla Christie risulta enigmatico, brutale è l’aggettivo giusto per descrivere quello raffigurato da Bernardino Luini.
L’omicidio di San Giovanni Battista
Nei Vangeli (Mt 14, 3-12; Mc 6, 17-29) viene narrato il cruento omicidio di San Giovanni Battista.
Tra il 4 secolo a.C. e il 39 secolo d.C. fu tetrarca della Galilea e della Perea Erode Antipa. Erode aveva fatto imprigionare Giovanni per volere di Erodìade, moglie del fratello Filippo, con la quale aveva una relazione. Il Battista aveva ripetuto più volte al re che tenere con sé la propria cognata non era lecito. Per questo motivo Erodìade iniziò ad odiare talmente tanto Giovanni da volerlo morto. I suoi sogni furono resi realtà il giorno del compleanno di Erode.
Il re aveva organizzato uno splendido banchetto al quale partecipò la figlia di Erodìade, Salomè. Quest’ultima era una ragazza bellissima e iniziò a ballare per il sovrano. A Erode piacque talmente tanto quella danza che disse alla fanciulla «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». Non sapendo cosa domandare, Salomè chiese consiglio alla madre che senza indugio pretese la testa del Battista. Erode, sebbene non avesse mai pensato di uccidere Giovanni, si trovò costretto ad esaudire quel desiderio. Mandato un servo nelle prigioni, questi tornò con la testa del Battista su un vassoio.
Il dipinto del Borgogna
La tela esposta in museo raffigura la consegna della testa del Battista a Salomè. L’opera è attribuita a Bernardino Luini (1481 ca. – 1532), pittore lombardo tra i più ammirevoli seguaci di Leonardo. Il dipinto fu acquistato da Antonio Borgogna all’asta della collezione di Antonio Scarpa tenutasi a Milano nel 1895. L’opera si trovava in collezione Scarpa già dal 1813, anno in cui si svolse a Milano il concorso di incisione. In questa occasione fu premiata la stampa a bulino ed acquaforte realizzata da Giovita Garavaglia. Quest’ultima, acquistata dal nostro collezionista, raffigura, in controparte, la tela conservata in museo.
Il dipinto del Borgogna è tratto dalla tavola, di analogo soggetto, conservata agli Uffizi di Firenze (inv. 1890 n. 1454). Quest’ultima, assegnata a Bernardino Luini, sarebbe da datare tra il 1527 e il 1531.
La tela vercellese e la tavola fiorentina presentano il medesimo impianto scenico. In primo piano, da sinistra verso destra, si riconoscono Erodìade, Salomè, la testa di san Giovanni e il carnefice. Nel dipinto il pittore è in grado di narrare una delle storie bibliche più ricche di pathos. L’atteggiamento e l’espressività dei volti dei personaggi sottolineano il loro ruolo nell’atroce omicidio. In particolare, è splendida l’espressione di Salomè da cui traspare un misto di compiacimento e riluttanza.
Bernardino Luini si pone come l’inventore di un nuovo modo di trattare la figura della Salomè. Poco dopo il primo decennio del ‘500 rappresentare la ragazza diventa una vera e propria ossessione. Il primo a variare rispetto agli schemi compositivi conosciuti è Andrea Solario, formatosi nell’ambiente milanese rinnovato da Leonardo. Solario è il primo a proporre una formula abbreviata dell’omicidio del Battista, visibile nella tela conservata alla Galleria Sabauda. La consegna della testa è estrapolata dal contesto narrativo e ci si concentra sul rapporto interno tra i personaggi.
Bernardino Luini fa un passo in avanti rispetto a Solario. Le sue Salomè sono più sinuose ed espressive, decisamente più coinvolgenti rispetto all’esempio solariano. È, tuttavia, possibile supporre che i due pittori avessero guardato ad un unico modello leonardesco. Proprio Luini mette in pratica i concetti di varietà e contrasto ideati da Leonardo. Questi sono visibili nella tela del Borgogna, dove in contrapposizione alla giovinezza e bellezza di Salomè si trovano la bruttezza del carnefice e la vecchiaia di Erodìade.
L’ambiguità delle Salomè luinesche influenzarono moltissimi pittori successivi. Due esempi celebri sono la Salomè di Tiziano conservata alla Galleria Doria Pamphilj di Roma e quella di Caravaggio alla National Gallery di Londra.
Sara Agnelli