ANTONIO MOLINARI
(Venezia 1655-1704)
La traslazione del corpo di san Marco
tela
inv. 1906, V, 357
37 x 110 cm
Antonio Molinari fu specialista nella realizzazione di teleri di grandi dimensioni destinati a chiese e scuole veneziane, senz’altro le commissioni più lucrose e ambite dai pittori lagunari.
Sono sopravvissute quattro di queste opere: il cosiddetto Sacrificio della Legge antica già ai Santi Cosma e Damiano alla Giudecca di cui rimangono due frammenti nei depositi della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano; il Trasporto dell’Arca dell’Alleanza ora a Santa Maria degli Angeli a Murano, la Moltiplicazione dei pani nella chiesa veneziana di San Pantalon e la Traslazione del corpo di San Marco della parrocchiale di Crespano del Grappa. L’affidamento di un incarico così prestigioso poteva avvenire tramite un’assegnazione diretta, quando il pittore era già “di grido”, oppure attraverso un vero e proprio concorso. Stando ai casi documentati in entrambe le circostanze era richiesta la presentazione di un modelletto che doveva essere approvato da un’apposita commissione. Sono noti due esemplari eseguiti da Molinari: quello per il dipinto di San Pantalon, ora in collezione privata, e questo del Museo Borgogna, destinato all’opera di Crespano del Grappa, forse il dipinto più originale realizzato dall’artista in questo campo. Il primitivo modello iconografico della composizione è il mosaico del portale di Sant’Alipio della basilica di San Marco, mentre l’idea di interpretare il soggetto come un evento attuale dovrebbe derivare da un altro mosaico marciano, l’Arrivo a Venezia del corpo di san Marco realizzato su cartone di Piero della Vecchia verso il 1670. La medesima scenografia è impiegata anche in alcuni dipinti profani compiuti alla fine del Cinquecento come Il corteo della dogaressa Morosina Morosini Grimani in piazza San Marco di Andrea Vicentino, già al castello Torre Tasso di Duino (Trieste) oppure nello Sbarco di Tommaso Mocenigo in Piazzetta di Matteo Ingoli visibile in uno dei fregi del palazzo Mocenigo “casa nuova” a Venezia. Tuttavia, rispetto a questi precedenti è del tutto nuovo il taglio compositivo della quinta architettonica, e inedita appare anche la luce cristallina che invade il dipinto; elementi che giustificano la chiamata in causa, delle celebri Entrate dipinte da Luca Carlevarijs a partire dai primi anni del Settecento, di cui il quadro di Crespano rappresenta una versione monumentale se non un vero e proprio precedente. In tal senso non è possibile puntualizzare con estrema precisione la data di realizzazione dell’opera. Essa è compresa fra il 1695-anno in cui la zona fu devastata da un terremoto che danneggiò gravemente la parrocchiale- e il 1704 quando l’artista morì. Alcune tangenze con la tela raffigurante l’Ambasciata di Federico Corner al duca di Ferrara di collezione privata americana (già nel portego di palazzo Corner a San Tomà) farebbero pensare al 1700 circa.
Della stessa qualità del telero di Crespano si rivela questo splendido bozzetto che denota tutta la “sorgiva vivacità d’invenzione” di Molinari oltre a un’inattesa e per certi aspetti sorprendente verve esecutiva che giustifica l’attribuzione, da parte dei primi studi sulla pittura veneta del Seicento, di molte opere di Molinari al giovane Antonio Pellegrini.
Poche le varianti rispetto ala redazione definitiva; esse riguardano, ad esempio, il maggior risalto conferito al galeone e certe lievi variazioni di posa nelle figure secondarie.
Il dipinto pervenne al Museo Borgogna dalla vendita della quadreria Ravicz di Verona nel 1900 dov’era presentato con un’attribuzione a Paolo Veronese. Successivamente, fu assegnato a Francesco Maffei e messo in relazione con un’altra grande tela narrativa raffigurante la Traslazione delle ossa dei vescovi Dominatore, Paolo e Anastasio realizzata dal vicentino per il duomo Vecchio di Brescia. Nel 1982, attraverso conclusioni autonome, sia Mariuz che Fantelli lo hanno riconosciuto come modelletto eseguito da Molinari per il quadro della cittadina bassanese.
(A. Craievich, scheda n. 42 in Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano, catalogo della mostra a cura di G. Pavanello, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 24 aprile-11 luglio 2010, Venezia 2010, p. 116)