ARGENIERE DI AUGUSTA (punzone/marchio territoriale con una pigna coronata)
San Giorgio a cavallo che uccide il drago
1685
argento su base in legno
inv. 1906, XVIII, 50
53 x 42 x 22,5 cm
Il gruppo raffigura il momento in cui San Giorgio, cavaliere in armatura, sta per trafiggere con una lunga lancia il drago che si contorce sotto le zampe del cavallo impennato. Il terreno su cui il cavallo poggia gli zoccoli mostra alcuni dettagli finemente incisi con fiori ed erbe e un piccolo serpente che striscia, evocativo della figura del diavolo, vicino alla coda del drago. Alcuni elementi quali la lancia, le briglie e le staffe del cavallo risultano parti mobili assemblate al corpo della scultura.
L’inventario del Museo segnala che il gruppo fu acquistato da Antonio Borgogna presso l’antiquario Marcello Galli Dunn di Firenze.
L’opera è ascrivibile ad una manifattura tedesca di Augusta per la presenza dell’impressione di un punzone, in basso al centro del basamento, corrispondente al marchio territoriale della città, uno dei principali centri della produzione orafa in Germania dal XVII secolo (confr. A. Schommers, 2000, p. 39). La produzione di argenti ad Augusta prevedeva una severissima prassi di controllo, la cosiddetta “prova di Augusta”, che contribuiva all’ottima reputazione delle manifatture locali. Prima che un’opera potesse essere messa in vendita veniva presentata a un maestro controllore che ne attestava la qualità verificando il titolo dell’argento lavorato. Solo quando il titolo del lavoro di oreficeria esaminato corrispondeva ai regolamenti, il controllore imprimeva, come certificazione, il marchio territoriale raffigurante una “pigna”. Questo marchio prende origine dal frutto riportato sullo stemma della città che assomiglia a un grappolo d’uva ma che è stato interpretato come una pigna. Il marchio subì continue modifiche negli anni, anche al fine di evitare contraffazioni, e ciò consente di datare la nostra con precisione al 1685.
Nei primi decenni del Seicento alcuni di questi oggetti, che proponevano iconografie analoghe a quella del gruppo del Museo Borgogna cronologicamente più tardo, potevano presentare un meccanismo per il movimento delle figure come nell’opera di Matthias Wallbaum, Diana sul cervo del 1620 (Berlino, Kunstgewerbemuseum).
Ad Augusta venivano realizzate infatti diverse tipologie di centrotavola legate ai cosiddetti “giochi potori”, ovvero giochi per bere, i “trinkspiel”.
Un altro esempio è presente nella collezione Borgogna nella coppa nuziale (“braut becher”), dell’ultimo quarto del XIX secolo, in argento dorato, inciso e cesellato, esposta nella vetrina nella stessa sala (inv. 1906, XX, 175), realizzata su modello degli esemplari rinascimentali di Norimberga.