FERDINANDO ROSSARO
(Vercelli 1846-1927)
Ritratto del Colonnello Giulio Cesare Faccio (1834-1914)
1875
olio su tela firmata e datata
88 x 68 cm
Il ritratto venne donato nel 2010 da Maria Luisa Faccio in memoria del padre insieme al suo medagliere e al Ritratto di Maria Luisa Faccio Lupi. I due ritratti sono nati come pendant e raffigurano i coniugi Faccio. Restano tra gli esiti più convincenti della capacità dell’artista Ferdinando Rossaro di restituire attraverso un’effige pittorica le qualità ritenute virtù dalla borghesia vercellese dell’epoca come la filantropia, la modestia e la laboriosità. Il colonnello Cesare Faccio, ufficiale del Genio e combattente durante le battaglie risorgimentali, liberale e appassionato di giornalismo, fondò nel 1871 e diresse fino al 1887 il giornale “La Sesia”. Fu socio della Società bibliografica italiana e direttore della Biblioteca Civica di Vercelli fino al 1909 quando lo sostituì il figlio Giulio Cesare Faccio. Erudito e appassionato d’arte e storia locale, scrisse, nel 1894, un saggio su Giovanni Antonio Ranza e nel 1902 un volume sul pittore rinascimentale Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma. La qualità pittorica restituisce alle due figure una straordinaria efficacia realistica e di penetrazione psicologica. L’attenta soluzione luministica intensifica lo sguardo deciso ma bonario di Cesare Faccio. Rossaro si sofferma sui dettagli di un abbigliamento ricercato e alla moda come il prezioso spillone da cravatta in oro e coralli indossato dal colonnello. Il Faccio, distolto dalla lettura, è comodamente seduto sul consueto seggiolone di cuoio giallo con grosse borchie dorate, mentre la moglie Luisa, di undici anni più giovane e madre di cinque figli, è ritratta come in un’istantanea in piedi di tre quarti per enfatizzare il modello dell’abito nel gesto naturale di indossare un guanto (C. Lacchia in Ad un tratto l’idea. Disegni di Ferdinando Rossaro (1846-1927), catalogo della mostra a cura di C. Lacchia, Vercelli, Museo Borgogna, 28 ottobre – 16 dicembre 2018, Vercelli 2018, cat. n. D2-n. D3, pp. 148-150).
