Giacomo Grosso
(Cambiano di Torino 1860- Torino 1938)
Ritratto dell’ingegnere Cesare Malinverni, 1922
Olio su tela, firmato e datato
Donato al Museo Borgogna dalla Sig.ra Anna Maria Malinverni Naegeli nel 1976 in memoria del marito ing. Beppe Malinverni figlio di Cesare Malinverni.
70 x 54 cm
Giacomo Grosso, esponente della tradizione pittorica accademica torinese di matrice ottocentesca, fu a lungo un autorevole punto di riferimento per generazioni di artisti come docente all’Accademia Albertina di Torino dove insegnò dal 1906. La sua attività iniziò frequentando presso l’Accademia i corsi di Andrea Gastaldi e dal 1882 espose regolarmente alla Promotrice di Torino. Come ritrattista mostra l’adesione al realismo borghese con una pennellata forte e materica che unisce in modo immediato disegno e colore, a rispecchiare il suo interesse per la concretezza tipica della tradizione pittorica piemontese. I suoi ritratti trascrivono con onestà e semplicità la realtà dei dettagli senza che un elemento prevalga sugli altri. Alle numerose committenze di privati, come la splendida tela intitolata La femme conservata a Palazzo Mazzetti ad Asti, si aggiungono quelle ufficiali, tra cui la realizzazione dei ritratti dei re sabaudi, esposti alla Biennale di Venezia del 1906.
Nel ritratto dell’ingegnere Malinverni, il volto massiccio e realistico dallo sguardo penetrante e la solida figura girata di tre quarti, si stagliano su uno sfondo scuro ed indistinto. Ogni accessorio decorativo è annullato, così come ogni intento idealizzante, mentre la dominante dei toni bruni è rotta solo dall’intensità luministica della camicia bianca.
L’ingegnere Cesare Malinverni fu uno dei più importanti notabili vercellesi, socio dell’Istituto di Belle Arti cittadino e artefice di alcuni interventi architettonici a Vercelli.