JAN STEEN (maniera di)
(Leida 1625/26 – Leida 1679)
Scena di bordello
tavola
inv. 1906, XI, 104
64,3 x 48,7 cm
Già attribuita a Jan Steen, la tavola è da considerarsi più verosimilmente opera della sua scuola. L’orchestrazione compositiva, con la fuga prospettica a sinistra e gli elementi ambientali quali il drappo che cade dall’alto e l’elaborata cornice dorata del dipinto alle spalle dei protagonisti, sono elementi caratteristici delle opere dell’olandese, soprattutto quelle realizzate negli anni Sessanta del XVII secolo. Al pittore riconduce la ricchezza di particolari, che tuttavia nell’opera si accalcano in uno spazio che stenta a svilupparsi in profondità. Rispetto alle opere di Steen, sono stemperati l’effetto materico degli oggetti così come la caratterizzazione espressiva dei personaggi.
Il soggetto, da identificarsi con una Scena di bordello, anche indicato come Scena intima, è esplicitato dalla presenza del “procacciatore” di affari per la giovane, ritratto a sinistra con il bastone, e dall’atteggiamento lascivo della donna. Analogamente, l’uomo addormentato con la testa sul tavolo è raffigurato ad evocare gli effetti dell’intemperanza. Il vino accompagna naturalmente la scena, ad esso rimanda il bicchiere impugnato dalla coppia, la piccola brocca sul tavolo e quella più grande a terra. Il violoncello appoggiato al tavolo con la bacchetta e lo spartito connotano ulteriormente la scena secondo l’usuale schema che vede associati vino, musica e amore e che trova altri interpreti oltre che nello Steen in Gabriel Metsu, Gerrit Dou, Frans van Mieris e Gerard Ter Borch.
Leggi qui il racconto vincitore della prima edizione del concorso Storie da Museo, “Donna di Leida” di Esther Celiberti, ispirato al dipinto Scena di bordello.