LEONARDO BISTOLFI (Casale Monferrato 1859 – La Loggia, Torino 1933)
Il terzetto
1889 ca.
bronzo a fusione, marmo policromo
in deposito dalla Galleria d’arte moderna “Luigi Sereno” di Vercelli (inv. n. 91)
53 x 24,5 x 24,5 cm
bronzetto: 38 x 14 x 15 cm
Il bronzetto raffigura un curioso e divertente gruppo famigliare composto da un ragazzo (o il padre ?) che sorregge in braccio, affaticato e indispettito, due bambini che si contendono una mela. Il più piccolo, sulla destra, che piange nell’atto di protendersi verso l’altro, afferra il labbro inferiore dell’uomo che piega le gambe e arretra sotto il peso dei due nel tentativo di non cadere. Il bambino più grande, che indossa una cuffietta, trattiene il frutto tra le mani e allontana con disappunto il fratellino con un piede.
L’attenzione all’espressività dei personaggi e la sensibilità nell’osservare una gestualità intima e famigliare, testimonia un aspetto della produzione di ispirazione verista dello scultore casalese più noto per le opere di carattere simbolista, spesso legate alla scultura funeraria e celebrativa.
Sono note altre versioni del piccolo gruppo scultoreo, presentato all’Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Torino del 1889, tra cui una siglata esposta alla Gipsoteca Leonardo Bistolfi di Casale Monferrato ed una conservata alla Gam di Milano (GAM 7573).
Esposto al Museo dopo un intervento di restauro dal 2014, il piccolo gruppo scultoreo è in deposito dalla Galleria d’arte moderna “Luigi Sereno” di Vercelli a cui fu donato da Olimpia Segre in memoria del marito, il noto pittore Clemente Pugliese Levi.
Dello stesso artista è esposto al piano terra del museo, nella loggia che si apre verso il giardino, il busto in marmo bianco che ritrae l’avvocato Francesco Borgogna (1855-1924), nipote del collezionista Antonio Borgogna e primo Presidente del Museo dal 1908 al 1924. Il ritratto venne commissionato a Bistolfi dal figlio Mario Borgogna e donato al Museo nel 1924.
Come riporta il verbale di consiglio del museo del 7 giugno 1924, la scelta della commissione a Bistolfi sarebbe stata motivata, oltre che dal valore indiscusso dello scultore, anche dagli stretti rapporti intercorsi con Francesco Borgogna per il quale l’artista realizzerà “un’opera che avrà un calore ed un’anima speciale che darà vita al freddo marmo”. Mario Borgogna conclude “esprimendo l’augurio che il ricordo di suo padre possa rimanere non solo nel marmo ma anche nel cuore degli amministratori”.