Manifattura toscana (?)
Mosè
marmo verde di Prato
inv. 1906, XI, 39
Copia in riduzione da Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475 – Roma 1564), complesso della Tomba di Giulio II, 1513/1516, marmo, Roma San Pietro in Vincoli
73,5 x 34 x 34 cm

L’opera riproduce in dimensioni ridotte la notissima scultura di Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475 – Roma 1564), alta oltre due metri ed esposta presso la Basilica di San Pietro in Vincoli al centro del registro inferiore del monumento funebre di Giulio II, la cui travagliata realizzazione si protrasse per diversi anni e si concluse nel 1545. Mosè è ritratto mentre volge lateralmente lo sguardo severo, regge con la destra le tavole della legge ed alcune ciocche della barba mentre poggia la mano sinistra sul ventre. La muscolatura vigorosa e i dettagli delle vene sulle braccia, i panneggi e la barba fluente, furono resi da Michelangelo con straordinaria maestria. Una leggenda tramandata da Giorgio Vasari (1511-1574) ne Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti, narra addirittura che una scalfittura sul ginocchio della nota scultura sarebbe stata procurata dallo stesso artista che, meravigliato di fronte all’incredibile veridicità dell’opera appena terminata, l’avrebbe colpita con un martello esclamando: “Perché non parli?”.
La piccola versione di Borgogna, impreziosita dall’utilizzo di marmo verde di Prato, è ancora in fase di studio; non sappiamo dove la acquistò e a quale manifattura appartenga. Essa testimonia comunque l’interesse del collezionista per le finalità didattiche della sua raccolta, nella volontà di educare al bello i visitatori e fornire modelli agli artisti dell’Istituto di Belle Arti cittadino. La sua collezione include infatti anche copie o repliche di capolavori di grandi maestri antichi o contemporanei, con materiali e tecniche anche diverse, al fine di costituire un vasto repertorio visivo con particolare interesse, secondo il suo gusto collezionistico, verso i modelli dell’arte rinascimentale e classicista tra Cinque e Seicento sia italiana che straniera.

Mosè Museo Borgogna Vercelli