Massimo D’Azeglio
(Torino, 1798- 1866)
Bradamante atterra il mago Atlante
1838 ca.
olio su tela, firmata
inv. 1906, XI, 71
81 x 106 cm
Il dipinto, firmato in basso a sinistra “AZEGLIO”, fu acquistato da Borgogna all’asta delle raccolte Bevilacqua La Masa presso la Galleria Sangiorgi di Venezia nel 1900.
Massimo D’Azeglio fu esponente del romanticismo e ideatore del paesaggio definito “storico”. Figlio del marchese Tapparelli D’Azeglio, visse l’infanzia tra Torino e Firenze. Viaggiò a Roma dove tra gli altri venne in contatto con Canova e Thorwaldsen. Qui si formò sulla pittura dal vero in linea con gli artisti stranieri attivi a Roma a inizio Ottocento come François-Marius Granet, Pierre Athanase Chauvin, Abraham Teelink e Martin Verstappen. Affinò così il suo gusto per la pittura di paesaggio che studiò nelle sue diverse forme: dalla veduta pittoresca alle riprese dal vero di castelli e della campagna romana. La pittura di paesaggio resta il genere dominante nella sua produzione anche quando si orienta sulla pittura di storia, parallelamente alla produzione letteraria. Nei suoi paesaggi prevale la resa luministica e atmosferica, associata all’osservazione dal vivo e alla libera interpretazione di spazi immaginari del mondo medievale o rinascimentale in cui prevalgono fantasie ariostesche e suggestioni cavalleresche.
La scena, tratta dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, ritrae il momento in cui Bradamante, atterrato il mago Atlante, gli domanda la libertà di Ruggero. Il nostro dipinto trova corrispondenza nella tavoletta (40 x 32 cm), conservata presso l’Accademia di Brera di Milano, che ritrae la scena immediatamente precedente con Bradamante sfida il mago Atlante. L’album 21 del Fondo D’Azeglio conserva due disegni (ff. 5, 11) riconducibili a questo dipinto.