Pietro Bouvier

(Milano, 1839 – 1927)
L’anticamera della marchesa Paola Ortensia Travasa
1891
olio su tela firmata
inv. 1906, XV, 166

49 x 31 cm

Il servitore della marchesa Paola Travasa, Andrea, è ritratto appisolato mentre aspetta la padrona in anticamera, vestito in livrea con guanti bianchi e cilindro in mano. Mentre è assopito, con il mento appoggiato al petto, la cagnetta maltese Lillin gli addenta i pantaloni. L’opera è ispirata alla poesia di Carlo Porta La nomina del Cappellan che riporta in dialetto milanese un quadro spietato e ironico della vita dell’aristocrazia e del clero di inizio Ottocento a Milano. Il dipinto è anche noto come El visorin (in dialetto milanese “il pisolino”) dell’Andrea e L’anticamera della nonna. Dell’opera esistono altre versioni di cui una, con minime differenze, venne esposta alla Prima Esposizione Triennale di Brera del 1891 (n. 331, p. 42). Il soggetto ebbe evidentemente successo considerate le diverse repliche presentate anche a Venezia (1887) e Torino. Una versione più piccola (27x18cm) su tavola, datata 1896, già in collezione privata Mosterts, venne esposta alla Permanente di Milano del 1900 (n. 296, p. 96). Un’altra versione si trova in collezione Borghi. Quella in mostra a Brera nel 1891 fu oggetto di aspre critiche da parte di Sperelli (A. Sperelli, Brera 1891. Cronaca dell’esposizione di Belle Arti, pp. 43, 78) mentre fu difesa da Vittore Grubicy (V. Grubicy, Prima Triennale di Brera 1891. Tendenze evolutive delle arti plastiche in “Pensiero italiano”, I, 1891, pp. 99-100) che la descrisse come: “Un quadrettino d’indole famigliare, di modestissime pretese e di geniale umorismo meneghino deliziò la maggior parte dei visitatori della Triennale di Brera, anche per la squisitezza della sua esecuzione nei più piccoli dettagli […]. Non ne avrei parlato essendo appunto una delle opere che rappresenta al suo grado normale, la nota e sbalorditiva virtuosità del Bouvier: ma giorni fa da un artista, letterato di grande talento, ho sentito a vilipendere con sì feroce esasperazione l’innocente quadrettino che mi sento subito in dovere di proclamarlo l’emanazione sincerissima d’un temperamento artistico particolare, che tale è non solo rispettabile, ma ammirabile, ed in certi dettagli addirittura sorprendente sino all’uguagliare i migliori fiamminghi antichi”.

Lo stesso soggetto del servo addormentato con il cilindro in mano compare sul fondo del dipinto L’occasione del 1874.

Pietro Bouvier, L'anticamera della marchesa, Museo Borgogna, Vercelli