SCULTORE DELLA FRANCIA MERIDIONALE
Pietà
legno intagliato e dipinto
1470-80 circa
proveniente dalla Chiesa San Giacomo Apostolo a Cascine Strà (Vercelli), in deposito dell’A.S.L. n. 11 di Vercelli
117 x 79 x 37 cm
Il gruppo delle due figure, scolpite accostando tre blocchi di legno, conserva ancora, nonostante le traumatiche vicissitudini, parti della decorazione policroma originale.
L’opera, infatti, giunse in deposito al Museo nel 1987, dopo il drammatico furto del 1986 dalla chiesa di origine situata a Cascine Strà, poco fuori Vercelli, a seguito del quale la scultura venne ritrovata sulle sponde del fiume Po. Il furto costrinse ad un nuovo intervento di restauro, dopo quello già realizzato nel 1973, in cui era stata recuperata la policromia originale occultata da ridipinture ottocentesche. Si è conservato un “testimone” di questa ridipintura sul velo della Vergine. Sulla base sono ancora evidenti le tracce delle bruciature del legno procurate dalle candele devozionali collocate sull’altare che accoglieva la scultura. La calotta cranica del Cristo, che porta il segno di una fessura, suggerisce un possibile uso come contenitore delle reliquie. La chiesa di Cascine Strà si trova infatti sulla strada che percorrono ancora oggi i pellegrini della via Francigena ed è stata per lungo tempo oggetto di venerazione e contemplazione da parte dei fedeli locali e in transito.
E’ un’opera esemplare della tradizione iconografica europea nella raffigurazione del tema della morte attraverso il canone della pietà e della mater dolorosa. Il corpo disteso di Cristo, con il gesto esplicito del “braccio cadente della morte”, in grembo alla madre Maria che lo piange trattenendolo a sé, è una struttura compositiva triangolare che ci ricorda la stessa tipologia scelta dal giovane Michelangelo per la nota Pietà vaticana in marmo (1497-99). L’impostazione classica triangolare e la rigidità della figura di Cristo sono ammorbidite dalle anatomie stondate e dal panneggio pesante della veste della Vergine di reminiscenza borgognona. L’ambito artistico dello scultore è da ricercare nel contesto franco-provenzale anche se, pur nella sproporzione delle figure, si rende già evidente l’influsso plastico della scultura italiana del Rinascimento. L’opera trova punti di confronto con l’opera fiamminga della Collegiata di Ceva (circa 1470).