SCUOLA OLANDESE
Interno con tre figure
1660 ca.
tela
inv. 1906, XI, 105
68 x 81,4 cm
Il dipinto venne acquistato da Antonio Borgogna tra i pezzi migliori della collezione Borg de Balzan all’asta fiorentina del 1894. Si tratta di un austero e intrigante ritratto di famiglia. Una giovane donna siede davanti a un tavolo intenta nel ricamo, a destra un giovane appena entrato porge un gesto di saluto dopo aver tolto il cappello e viene accolto da un cagnolino festante, a sinistra un uomo anziano, forse il padre della donna, indica la coppia. La scena sembrerebbe ricollegarsi ad un ritratto nuziale. Al tema della proposta matrimoniale sembrerebbe alludere anche il letto a baldacchino a sinistra discretamente chiuso, l’attività di ricamo che svolge la donna, consona ad una moglie onesta e virtuosa, e la presenza del cagnolino simbolo di fedeltà coniugale. Dalla porta aperta sulla destra si intravede, oltre la finestra, la vela di una nave, forse in riferimento all’attività commerciale svolta dal giovane pretendente. L’ipotesi dell’identificazione del soggetto sarebbe avvalorata dal fatto che il matrimonio costituiva uno dei motivi più comuni all’epoca per la realizzazione di un ritratto che costituiva un’esigenza legata all’immagine della famiglia.
L’attribuzione, tradizionalmente assegnata a Gerard Ter Borch, venne spostata da Viale alla “maniera di”. Nel catalogo d’asta e ancora in Viale (1969), veniva riportata la presenza di un’iscrizione con le iniziali della firma del pittore “G.T.B.” e la data 1657, sullo sgabello a destra oltre la porta. Questa non sembrerebbe più individuabile ma, a seguito del recente restauro, è emersa un’iscrizione numerica sotto la finestra che si apre oltre la porta a destra, forse la traccia di quella a cui alludeva Viale. Meijer nel catalogo su i dipinti fiamminghi e olandesi del Museo Borgogna, propone di collocare l’opera nella cerchia di Hendrick van den Burch (Naaldwijk 1627 – Delft 1668), artista attivo a Delft di cui sono note poche opere, tra cui Scuola del villaggio del Fitzwilliam Museum di Cambridge, le cui fisionomie femminili si avvicinerebbero alla tela del Borgogna.
Il restauro, che ha comportato il consolidamento della pellicola pittorica, resa fragile anche dalla foderatura presente sul verso, ha consentito anche, tramite l’asportazione di vecchie vernici ingiallite, di recuperare la brillante colorazione delle vesti ed in particolare i bianchi e le stoffe cangianti della gonna della figura femminile.