Spesso capita di visitare una mostra e apprezzarne l’allestimento, i contenuti e le opere ma vi siete mai chiesti quale lavoro si nasconde dietro le quinte di un’esposizione temporanea? In particolare ci soffermiamo sul lavoro di una delle figure professionali che in museo si occupano di organizzare le pratiche di richiesta per una mostra: il registrar. Infatti, sia che si tratti di una richiesta che viene presentata da un museo o un ente per una mostra esterna, sia che si tratti di una mostra interna al museo, è necessario occuparsi di numerosi aspetti.
Da dove si parte? La richiesta di prestito e il progetto scientifico
Innanzitutto al museo “prestatore” viene inviata una richiesta di prestito corredata da documenti che attestino la validità scientifica della mostra e la sicurezza delle condizioni conservative garantite dalla sede espositiva. Il “facility report” della struttura ospitante la mostra illustra questi aspetti. La direzione del museo prestatore si occuperà quindi di valutare la qualità della mostra e la coerenza con l’opera richiesta. Il conservatore e il registrar ne analizzeranno lo stato di conservazione che dovrà essere compatibile con il trasporto in un’altra sede espositiva. Si tratta sempre di un rischio calcolato, tuttavia a volte un museo può non consentire il trasferimento dell’opera richiesta. I motivi possono essere di tipo conservativo o per la particolare fragilità del materiale, o perché si tratta di un’opera cardine nell’allestimento museale stabile.
Chi autorizza il prestito?
Nel caso di un museo d’arte, l’organo di tutela che deve autorizzare il prestito alla mostra è la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Questa, attraverso il suo funzionario di zona, costituisce il primo intermediario del museo con il Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo. La Soprintendenza autorizzerà il prestito qualora siano rispettati i requisiti e le tempistiche richieste per legge.
Serve un restauro?
Qualora sia necessario si può quindi richiedere un intervento di restauro o una manutenzione preventiva che, se le risorse economiche lo consentono, sarà a carico dei richiedenti il prestito. Anche l’intervento di restauro è soggetto all’autorizzazione della Soprintendenza e prevede una richiesta specifica.
Cosa fa il registrar?
Il registrar si occupa quindi di compilare la documentazione per la Soprintendenza e per il museo richiedente. Il registrar-schedatore ha infatti il compito di compilare la “carta d’identità” dell’opera e delle sue condizioni di “salute” attraverso la scheda conservativa. Questa verrà corredata di un grafico che riporterà nel dettaglio, insieme a puntuali immagini fotografiche, lo stato di conservazione dell’opera in partenza. Inoltre il registrar si occupa della compilazione della scheda di prestito e di riportare le richieste del museo prestatore riguardo all’allestimento.
Si dovrà poi occupare di contattare l’assicurazione per stipulare una polizza “da chiodo a chiodo” che copra la durata della mostra e i trasferimenti.
Come si trasporta un’opera?
Il registrar si metterà quindi in contatto con la ditta di trasporti specializzata selezionata per l’esposizione per definire le modalità di movimentazione. Con questa viene concordata la tipologia di cassa e di imballo e tutti i dettagli che rendano sicuro lo spostamento della nostra opera d’arte. Pensate alla complessità nel trasporto di un’opera di grandi dimensioni o molto pesante, o anche al trasporto di un oggetto piccolo ma di materiale molto fragile! Bisogna considerare inoltre che molti palazzi storici e sedi museali hanno scale e passaggi che complicano gli spostamenti di opere di grandi dimensioni. Il registrar deve essere infine presente durante le operazioni di chiusura e apertura della cassa per garantire che le condizioni dell’opera siano invariate dopo lo spostamento e l’appensione in mostra.
Cosa sono le condizioni termoigrometriche?
Un aspetto importante per la sicurezza dell’opera è anche quello legato a possibili sbalzi di temperatura e umidità. Alcuni materiali “vivi” come il legno sono infatti sensibili alle sollecitazioni prodotte da mutamenti di umidità. Un ambiente non adeguato può quindi provocare un danno irreparabile! Ecco perché le condizioni “termoigrometriche”, cioè temperatura e umidità delle sale, vanno monitorate sia in museo che nella sede espositiva. Persino nella cassa di trasporto vanno mantenute costanti scegliendo accorgimenti particolari e rivestimenti specifici. I parametri varieranno in base alla tipologia di materiale: per esempio saranno diversi per una scultura in cera e per un supporto in carta. Un dipinto su tavola può essere inserito stabilmente in uno speciale contenitore detto “climaframe”. Questo lo isola dall’esterno mantenendo sempre costanti questi parametri senza influire sulla visibilità dell’opera.
E se parte per l’estero?
Le cose si complicano per i prestiti in sedi espositive all’estero per le quali sono richieste dalla Soprintendenza ulteriori garanzie come la “garanzia di restituzione”. Per le mostre viene rilasciato un attestato di circolazione temporanea che consentirà il viaggio all’estero.
Il Museo Borgogna ha recentemente prestato il capolavoro di Angelo Morbelli alla prestigiosa mostra Staging Injustice. Italian Art 1880-1917 , al CIMA, Center for Italian Modern Art di New York, curata da Giovanna Ginex. Qui la tela divisionista, simbolo del duro lavoro in risaia delle mondine e immagine icona del nostro territorio, è stata una delle più apprezzate dal pubblico e dagli studenti. L’opera è stata in questo modo uno strumento di conoscenza della cultura italiana all’estero. Inoltre è stata oggetto di studio da parte dei “fellows” del Center for Italian Modern Art che supporta gli studi in arte italiana di laureati durante l’attività di master e dottorato.
Come si inserisce un’opera in un percorso espositivo? Una mostra in corso
Il primo luglio è stata inaugurata, a Lecco a Palazzo delle Paure, la mostra Poetiche. Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. La curatrice, Simona Bartolena, ha illustrato in un breve video i contenuti dell’esposizione a cui il Museo Borgogna ha prestato la tela dell’abruzzese Teofilo Patini, La prima lezione di equitazione. La mostra presenta oltre 90 opere di autori tra cui Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Emilio Longoni, Giuseppe Pelizza da Volpedo. La visita all’esposizione sarà un’occasione anche per i visitatori del Museo Borgogna che ha siglato con ViDi Cultural, società organizzatrice dell’esposizione, una convenzione speciale valida fino alla fine del 2022. Chi si presenterà alla biglietteria di Palazzo delle Paure con il biglietto d’ingresso del Museo avrà diritto alla riduzione sull’ingresso in mostra e viceversa.
Ma il museo ci guadagna?
Infine uno degli aspetti da sfatare è che i musei prestatori abbiano un rientro economico dal prestito delle opere alle mostre. In realtà, salvo alcune situazioni specifiche, il museo ottiene un guadagno non strettamente economico. La visibilità e la promozione della conoscenza delle opere tra studiosi e pubblico, sono spesso il vero guadagno per il prestatore. Le ricerche possono confluire inoltre in un catalogo scientifico a corredo della mostra che aggiunge nuovi tasselli alle ricerche sulle opere del museo. Inoltre una mostra può essere una buona occasione per realizzare il restauro di un’opera per il quale le risorse economiche diversamente non sarebbero disponibili. Il sistema delle mostre inoltre alimenta il mercato del lavoro di tanti professionisti di settori diversi.
Il museo investe molte ore lavoro nella gestione delle pratiche relative alle mostre partecipando attivamente alle spese per l’esposizione.